1. Trattorie a Roma – Armando al Pantheon
Una cucina targata Roma, diretta e al tempo stesso raffinata, servizio all'altezza e una gricia tanto maestosa da essere in grado di far concorrenza al vicino e famoso monumento
La cucina romana, caratterizzata dalle popolari ricette come l’abbacchio a scottadito, la coda alla vaccinara, la cucina del quinto quarto insieme a quelle di origine ebraica con arzilla e broccoli, i carciofi alla giudia e le alici con indivia, è però, in maniera quasi “prepotente”, rappresentata dalla pasta. I quattro capisaldi in questione sono: cacio e pepe, amatriciana, carbonara e gricia. In ciascuna preparazione si ricorre all’uso del grasso del guanciale per mescolare il sugo e non dell’olio (tranne per quella “cacio e pepe” in cui è consentita l’acqua)
Una cucina targata Roma, diretta e al tempo stesso raffinata, servizio all'altezza e una gricia tanto maestosa da essere in grado di far concorrenza al vicino e famoso monumento
Nella San Lorenzo della movida e dei locali mordi e fuggi, un'isola felice della cucina romana. Pajata tra i primi a far la voce grossa, immancabili le alici fritte con le puntarelle
Una vecchia insegna del quartiere Monteverde, immutata rispetto al passato ma non ai fornelli. Tradizione vera nei piatti, con lo zenit nelle costolette d'abbacchio fritte: imperdibili
Nel cuore più suggestivo della città, la vera cucina “de Roma”... Accoglienza e qualità sono i capisaldi. Carbonara!
Ragazzi terribili in sala e in cucina ma con le radici ben salde nella tradizione più autentica del quinto quarto. Trippa, rigaje di pollo e pannicolo: ce n'è per tutti i gusti